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Intervista a Robert Zoller (9° parte)

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Messaggio  Amministratore Dom 19 Apr - 16:29

Il verdetto e l'appello
Un paio di settimane più tardi ci notificarono che le accuse di Seeley non avevano fondamento e che il caso era archiviato. Comunque Seeley ed il suo avvocato fecero immediatamente appello al verdetto del consiglio di amministrazione dell'AKC. Il promemoria d’appello del sig. Tiffin, che l'AKC mi inviò, era costituito da tre pagine di stupidaggini concentrate, che contenevano asserzioni come questa: "nella trascrizione è possibile trovare ulteriori prove contestate del fatto che alcuni dei cani nella linea di Kayak furono prima mostrati come Siberian Husky..."
Incredibile! Un'altra nuova accusa mai menzionata prima nelle prove d'accusa o presentata in giudizio! E quindi - pensandoci - non era possibile che fosse "trovata nella trascrizione" come affermato. Non posso credere che il sig. Tiffin, un avvocato, non sapesse che le sue tattiche erano improprie. Cosa più importante, come ogni altra accusa avanzata in questo processo la sua asserzione "mostrati come Siberian Husky" non era accompagnata da chiarimenti su quali cani, in quali mostre, quando, da chi, o da nessuna prova o evidenza!
Quando studiai il promemoria del sig. Tiffin non vi trovai concretezza alcuna. L'appello era basato sulla sua affermazione che malgrado tutte le dichiarazioni che io avevo sottoposto, "le persone non stavano dicendo probabilmente la verità". Il consiglio, diceva lui, avrebbe in realtà dovuto decidere il caso sulla "testimonianza della sig.ra Seeley stessa, che io non credo possa essere messa in dubbio".
(Forse ho torto, ma mi sembra una bella pretesa per una donna che aveva aggiunto con la macchina da scrivere le parole "questi cani non sono di pura razza" sopra la firma del dott. Perry e le aveva presentate come prova al processo!)
Non presenziai neanche all’udienza d’appello a New York il 28 novembre,1956. A tempo debito, ricevetti la notifica che l'appello era stato respinto.

Strascichi
Diverse persone che avevano seguito il caso suggerirono di citare la sig.ra Seeley per calunnia, falso in atti scritti e diffamazione. Non lo feci. Sono pronto a lottare per difendere i miei interessi, ma non per rivalermi.
Avevo vinto il caso, ma c’erano voluti quasi due anni del mio tempo, molto lavoro duro e un bel po’ di soldi che potevo a stento permettermi in quei giorni.
Lei aveva perso la causa. Ma non ne pagò mai realmente il prezzo - non quando consideri le tattiche che aveva usato. Molti che seppero ciò che era accaduto la perdonarono. Finsero di non vedere. Di nuovo. La gente crede a ciò che vuol credere. Non m'importava. Io ero favorevole a mettere tutto a tacere, ora che lei non era più una minaccia per la nostra razza Malamute. Mi ero sentito davvero spiacente per Eva Seeley - anche se a volte non capisco perché! In ogni caso mi sono trattenuto dal pubblicare l'intera storia per più di trent'anni.
Io sono anche convinto che Eva Seeley non ha mai pensato di avere fatto un solo errore. Neanche parziale.
Pochi anni dopo, ne ero fuori - e penso che almeno in qualche misura il modo in cui ero stato trattato aveva qualcosa a che fare con la mia uscita. D'altra parte avevamo fatto un numero di amicizie strette e durevoli. Avevamo incontrato molti "personaggi" interessanti e davvero alcune brave persone. Jim Lynn era sempre col suo appoggio al 100%, ed i Pearsons e Gormleys ed i Dawsons ed altri furono concretamente al mio fianco dall'inizio alla fine.
Ma io penso che ogni possessore di cani Kotzebue volesse veder vincere Seeley e non gli importasse come. (La natura umana è così. Proprio mentre scrivo, milioni di arabi in tutto il mondo venerano e sostengono Saddam Hussein semplicemente perché è arabo, e nient’altro conta). La maggior parte dei nostri membri AMCA compresero che stavo lottando per salvare i loro cani così come i miei, e perciò mi furono alleati fedeli a quel tempo.
Ma a parte il processo e a parte alcuni di noi che vi erano coinvolti, gli appassionati di Malamute rimanevano per lo più dei fanatici di Kotzebue o di M'Loot e si guardavano l'un l'altro con la stessa fiducia e affetto che oggi vediamo tra gli ebrei e gli arabi nel Medio Oriente. Poiché avevo detto alcune cose belle su entrambe le linee, fui visto con sospetto da ambo i campi. Neppure vincere molto alle mostre mi aiutò.
Tu sai ed io so che i nostri cani sono più come nostri bambini che semplici proprietà. Questa esagerazione serve a rendere l’idea: tu mi batti nella collezione di francobolli ed io ammirerò la tua; tu batti il mio cane in una mostra ed io ti odierò per sempre - e probabilmente anche il giudice! Qualcosa di simile devi aspettartela, ma qualcos’altro durerà più a lungo e col tempo ti stancherà.
Cose come questa mi infastidirono: poco prima del processo, un potenziale cliente in California mi scrisse:
"Si è creata una situazione un po’ delicata. Un'altra allevatrice quaggiù vuole che noi prendiamo una delle sue cagne... Dopo aver visto la foto di Geronimo, le ho detto che volevo una sua figlia. Mi ha risposto con una vera e propria replica. Prima di sobbalzare fino al soffitto, mi lasci ripetere che mi piace Apache Chief e sono convinto che è il più bel Malamute che abbia mai visto - qualunque cosa dicano su di lui. Mi piace ancora e voglio una sua figlia. La sua lettera recitava "sono piuttosto bene informata sulle sue origini... la madre è un esemplare eccellente. (Nota dell'autore: quella era Kelerak). Il padre di Apache Chief è il cane del quale ho parlato, sotto il fuoco dell'AKC. Cosa vergognosa che una cagna della sua qualità sia stata incrociata con un cane di discendenza discutibile".
Non dissi mai nulla di quella lettera, ma è il genere di cose che è difficile da dimenticare; il tipo di comportamento che rende la passione per i cani meno gioiosa di quanto dovrebbe essere.
Sono sicuro che alcune di queste cose ancora circolano. Ma chi di voi è entrato nella nostra razza negli anni ’60 o successivi, ha trovato tutto già ben sistemato e non molto diverso dalla maggior parte delle altre razze. Può essere difficile per te capire cosa furono i primi giorni. Ecco perché ti sto raccontando questa storia.
Grandi cani come Geronimo e Takoma e Cherokee e Sioux distavano solo poche generazioni dall’"ignoto". Così furono continuamente calunniati da Eva Seeley e da altri, i cui cani all’”ignoto” erano anche più vicini. Loro usarono il termine "capostipiti" come se fosse applicabile solamente ai cani di Seeley. In realtà, Irwin's Gemo e Sitka ed i primi cani M'Loot furono anch’essi capostipiti.
Considera questo: Ch. Gripp Of Yukon, uno dei primi cani di Seeley ad essere registrato, era figlio di Yukon Jad e Bessie. Bessie è descritta come "una groenlandese" da nessun altro che Eva Seeley stessa nel suo libro, "Chinook and His Family".
Ciò che più importa, Yukon Jad nacque da Grey Cloud - un cane il cui proprietario, Frank Berton di Dawson, nel territorio dello Yukon, dichiarò che era "tre-quarti lupo".
(Ad onor del vero, le informazioni citate sono il risultato della ricerca di Richard Tobey, che, secondo me, conosce la prima parte della storia della nostra razza meglio di chiunque altro al mondo).
Adesso per favore cerca di capire, non si possono usare questi fatti per concludere che i cani di Seeley non erano Malamute. Ogni razza deve cominciare da qualche parte. I Malamute - indipendentemente dalla linea di sangue - risalgono tutti dall’”ignoto”. Il che non è affatto male se consideri che la maggior parte delle altre razze risalgono a cani noti di altre razze!
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