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Intervista a Robert Zoller (1° parte)

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Messaggio  Amministratore Dom 19 Apr - 16:20

Visto che abbiamo fatto la sezione storia, chi ha voglia di passarsi il tempo a leggere qui c'è la famosa intervista a Robert Zoller.

di Tracy Young
Riprodotto qui col beneplacito scritto di Robert Zoller e Tracy Young
Diritti d'autore - Robert Zoller/Tracy Young 1998-1999


In blu Tracy Young

Robert Zoller - "chi è quest'uomo"?
Io penso che tutti hanno sentito parlare della linea Husky-Pak. Bene, adesso vedremo chi era Robert Zoller. Quest'uomo adesso (ai tempi dell'intervista) ha 83 anni e ha dato un contributo notevole alla storia dell'Alaskan Malamute, una storia che riguarda i fatti accaduti alla nostra razza. Molti anni fa, Dick Tobey persuase Bob Zoller a scrivere un articolo per la newsletter dell'A.M.C.A. per descrive i primi anni dello sviluppo di questa razza. Lui acconsentì, alcune vicende che fanno parte della storia della razza non sembrano essere precisamente come noi siamo stati condotti a credere. Io ho il piacere di essere un'amica di Sam Maranto, un membro dell'A.M.C.A. fin dal 1952 e che possedette Ch. Cochise Of Husky-Pak che finì il campionato nel 1955. Cochise era figlio di Ch. Toro of Bras Coupe e Ch. Arctic Storm of Husky-Pak. Dopo aver letto la storia, chiamai Sam per interrogarlo riguardo all'articolo. Lui affermò che nell'articolo c'erano molti dei fatti realmente accaduti. Secondo me, a Robert Zoller non fu dato il credito che avrebbe meritato. Quindi sedetevi, rilassatevi e godetevi "l'altro lato della storia".


La Storia di Robert Zoller
Da molto tempo ormai non svolgo più attività nel mondo dell'Alaskan Malamute. Ma mi tengo sempre in contatto con alcune persone e Dick Tobey è una di queste. Un paio di anni fa gli dissi di un articolo che avevo scritto per il giornale del Kennel Club Neo Zelandese, sui molti problemi che incontrammo per stabilire la nostra razza tra il 1940 ed il 1950 - "gli anni critici". Dick pensò che questa storia doveva essere pubblicata sul giornale dell'A.M.C.A. Più parlavamo di questo, più mi trovavo d’accordo con lui sul fatto che gli eventi di quegli anni dopo la seconda Guerra Mondiale dovevano essere raccontati dettagliatamente, prima che tutte le persone coinvolte in quei fatti morissero e la vera storia andasse perduta per sempre.
Io avevo tentato di fare questo nel mio articolo per il Kennel Club Neo Zelandese. Ma essendo una storia lunga non poteva essere raccontata per limiti di spazio, era un giornale riguardante tutte le razze e nessun giornale non specializzato si sognerebbe di pubblicare una lunga storia vecchia di 30 anni di una singola razza americana. Quindi ignorai molti dettagli e cercai soltanto di toccare i punti salienti, senza spiegare quello che accadde realmente e perché.
Avevo anche deciso di non fare nomi. Dopo trent'anni è molto difficile dire che una zappa è una zappa, perché le cose possono apparire in modo differente. Può sembrare anche un attacco ai vecchi nemici che non ci sono più per potersi difendere. Io ti assicuro che non è affatto così; mi convinsi semplicemente che, alla fine, l'intera storia doveva essere raccontata. Per molti anni alcuni degli eventi bizzarri furono nascosti per non urtare le suscettibilità e cercare di mantenere il più possibile l'unità all'interno del nostro Club.
In breve, io penso che questa è la cosa corretta da fare. Quindi io ho deciso di riscrivere la storia con: nomi, date, luoghi, persone e cani - tutto il più dettagliatamente possibile.
E' importante dire alcune cose chiaramente prima di cominciare. La prima cosa è che non porto acredine a nessuno dopo tutti questi anni. Neanche un poco. In quei giorni c'erano buone ragioni per essere indignato in molte occasioni anche se non penso di esserlo mai stato realmente. Non pensare che con questa asserzione io stia proponendo la mia candidatura alla santità, ti assicuro che non sono un santo. Sono umano. Sanguino quando mi pungo ed io sanguinai per molte pugnalate inferte in quei primi anni. Mi fecero davvero perdere le staffe a volte, ma recuperai velocemente - per varie ragioni.
In primo luogo per mia natura non riesco a portare rancore. Sono un combattente e sospetto di non essere stato meno ostinato della maggior parte delle altre persone della nostra razza. Ma non ho mai creduto che gli altri debbano essere d’accordo con me per meritare il mio rispetto o amicizia (sono stato un Democratico circondato da Repubblicani tutta la mia vita!).
In secondo luogo, dopo la sorpresa iniziale, molto di quello che vidi “venir fuori” dal New Hampshire a quel tempo era così sfacciato da sembrare in parte divertente e davvero affascinante nell’insieme, se l’osservavi da vicino. Dovevi vederlo per crederlo.
Più importante di tutto, penso che non sia stato poi così difficile per me mostrare qualche generosità di giudizio, poiché, alla fine, ho finito con il vincere tutte le battaglie, quanto meno quelle davvero importanti.
Non era sempre facile, credimi. Molte volte sinceramente ebbi timore per il bene della nostra razza. Io ero relativamente giovane, non molto conosciuto nel giro della nostra razza o nel mondo dei cani di razza in generale e stavo sfidando persone di un certo peso. Come molti altri nuovi arrivati nel meraviglioso mondo dei Malamute, fui un po’ “strapazzato” nei miei primi contatti con chi era “addentro alle cose”. Ma io imparo velocemente e riuscii a sistemare le cose in breve tempo. Dopodiché, fu soprattutto una questione di lavoro duro.
Il secondo punto prima di cominciare è che, di quello che dirò, alcune saranno opinioni e altre saranno fatti ed io spero che non verrà fatta confusione o che non ci saranno malintesi. Dovrebbe essere chiaro a tutti che quando dico "il nostro Cherokee fu il miglior Malamute di sempre", questa è un'opinione. Mentre vi sono parecchie prove per sostenere questa tesi, è molto evidente che non c'è alcun modo per fare un confronto con nessuno dei grandi campioni che si sono succeduti venti e trenta anni più tardi.
D'altra parte molte cose che scriverò saranno davvero fatti: i risultati di gara dei cani della "terza linea"; gli eventi che hanno dato luogo ai cambiamenti nello standard; le accuse e contro-accuse e il risultato dello storico processo "Seeley vs. Zoller" all'AKC. Molte cose sono ben documentate negli archivi ufficiali, alcune sono soggette a verifica da persone che sono ancora vive e che sono bene informate riguardo gli eventi descritti.
Comunque, in qualche caso, presenterò fatti che non posso più provare, forse perché non furono mai registrati ufficialmente, o perché dopo tanti anni le lettere o altro andarono perdute, o perché non ci fu mai l'intenzione di conservarle. In questi casi puoi prendere la mia parola per vera, o no. Sono fatti, nondimeno (puoi essere certa che io capirò se troverai alcuni di questi fatti incredibili. Se fossi al tuo posto non sono sicuro che ti crederei).
Detto questo, arriverò al punto e ti racconterò la mia storia. E' la storia sui giorni dei Kotzebue e gli M'loots e i nostri Husky-Pak. Da dove proviene la nostra razza e come arrivò a quella che è oggi.
Riguarda quei pochi anni in cui opinioni diverse hanno condotto a disaccordi vigorosi, a scelte di campo e battaglie amare su come l'Alaskan Malamute è e come dovrebbe essere; riguarda quella politica singolare e altalenante della registrazione all’AKC, il cambiamento dello standard; riguarda la conduzione del Club e le sue modalità. Riguarda il processo che ha determinato in modo conclusivo ciò che è stata la nostra razza da quel momento in poi. Questa è la prova di quanto furono realmente determinanti quegli eventi per la nostra razza.
Pressoché tutti i Malamute registrati oggi in qualche modo sono legati agli eventi accaduti, in un periodo relativamente breve, più di trent'anni fa. Se le cose fossero andate diversamente la nostra razza sarebbe molto differente oggi!
I Malamute sono per lo più un prodotto dell'evoluzione, così sono stati per molto, molto tempo. I primi esploratori scrissero che i cani degli indiani Malamute dell’Alaska erano più grandi, più forti, più belli e più docili con le persone degli altri cani nordici che loro avevano visto. Ma la razza rimase virtualmente ignota per molti anni. Prima che l'AKC riconoscesse i Malamute come una razza distinta nel 1935, essi furono accomunati a molti altri cani denominati "cani eschimesi."
Non accadde molto prima e durante la seconda Guerra Mondiale. Ma alla fine degli anni '40 e nei primi anni '50 molte persone cominciarono ad interessarsi, tutte più o meno nello stesso periodo. Il periodo in cui la storia dell'Alaskan Malamute moderno cominciò realmente.
Io vidi il mio primo Malamute in un Club senza pretese per ufficiali della marina militare americana in New Foundland nel 1941. Impressionato, decisi di imparare di più su quei cani, un giorno o l'altro. Quando "un giorno o l'altro" arrivò nel 1947, mia moglie Laura ed io cominciammo la nostra ricerca. Leggemmo tutto ciò che riuscimmo a trovare (non c'era molto da essere trovato comunque). Ci innamorammo della razza, andammo a New York e parlammo con l'AKC, scrivemmo dozzine di lettere (forse centinaia) e guidammo per migliaia di miglia per vedere quasi ogni Malamute che riuscimmo a localizzare.
C'erano così pochi cani da vedere, così poche informazioni scritte su di loro, così poche persone che conoscevano bene la razza che noi fummo doppiamente interessati. Sentimmo che c'eravamo imbattuti in qualche cosa di raro, bello e virtualmente ignoto.
Nella nostra ricerca vedemmo molti Malamute che non erano Malamute, alcuni neanche lontanamente. Qualsiasi possessore di un cane nordico aveva una storia da raccontare e nessuna delle storie era simile (certe volte non erano neanche d'accordo su come si scrivesse "Malamute"!). Spesso i pedigree erano scritti a mano ed erano difficili da decifrare e frequentemente venivano fraintesi. Imparammo presto che la maggior parte delle persone che avevano a che fare con lo sleddog non erano molto capaci di tenere i registri e di solito non conoscevano realmente la nostra razza.
Era come vivere in un giallo e noi eravamo gli investigatori che tentavano di ordinare gli indizi, separare i fatti dalla finzione, i buoni dai cattivi ed in qualche modo arrivare alla verità.
Ci volle molto lavoro ma alla fine imparammo e applicammo ciò che avevamo imparato in un programma limitato d'allevamento. Accentuo la parola "limitato"; oggi molte persone restano sorprese quando apprendono che i numerosi primi posti ai campionati nazionali e i brillanti risultati di razza furono raggiunti dagli Husky-Pak con una manciata di cani e che noi facemmo solamente dodici cucciolate in 12 anni e ½, prima di finire!
I nostri cani vinsero tutto ciò che c'era da vincere. Questo mi rese molto impopolare con una gran quantità di gente; ma ci aiutò a sviluppare la credibilità e diede luogo ad un seguito di brave persone che ci sostennero e divennero importanti per il loro originale contributo.
Dal caos quasi totale alla fine degli anni '40, ci vollero meno di 10 anni per stabilizzare la razza in modo sicuro; realizzare un Club nazionale di razza attivo, in crescita e democratico, ed un nuovo standard che funzionasse bene e con il quale tutti potessero convivere per molti anni a venire.
La missione fu portata a termine, il nostro compito era finito e seguimmo altri interessi; lasciammo continuare ad altri ciò che avevamo lasciato.
In un certo senso, Husky-Pak finì il 16 luglio 1968, il giorno in cui "Eagle", il nostro ultimo Malamute, morì. Ma in realtà noi chiudemmo bottega nel 1962 quando l'ultimo cucciolo della nostra cucciolata "M" fu venduto (in caso tu stia contando, noi non abbiamo avuto una cucciolata "F"). Quindi sono passati molti anni da quando fummo attivi in qualche modo. Straordinario, ancora ci arrivano lettere, alcune dall'estero. Sono belle lettere che parlano dei grandi cani Husky-Pak degli anni '50 e molti ci dicono che nel frattempo non c'è stato niente di paragonabile a loro. Siamo molto grati per essere ricordati dopo tutti questi anni.
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