esposizione e lavoro
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esposizione e lavoro
ciao ragazzi, volevo chiederevi una cosa soprattutto alle più esperte come paty, roberta etc.. sto cercando di prendere sempre più informazioni su questa magnifica razza che da un anno a questa parte mi da il buongiorno con una bella leccata tutte le mattine... Ho letto spesso forum riguardo le expo ed il vero e proprio lavoro del mal...lo sleddog.. Ho letto riguardo angolazioni,ossatura,canna nasale,pelo etc.. Bè la mia domanda è questa: pur non essendoci attualmente prove di lavoro nelle expo...ad oggi i maggiori biss, int ch, ww... morfologicamente (quindi indipendentemente se predisposti dal carattere) sarebbero degli ottimi mal da lavoro con le rispettive caratteristiche? Naturalmente il cane perfetto non esiste.. la mia è pura curiosità per capire se le expo allontanano dall'ideale del mal da lavoro o se invece ne ricercano le caratteristiche
Re: esposizione e lavoro
Secondo me l'expò DOVREBBE ricercarne le caratteristiche, per meglio dire l'expò servirebbe per avere un giudizio obiettivo sul malamute in base allo standard e di conseguenza se il malamute rientra nello standard automaticamente è un bel cane da lavoro. Purtroppo, opinione del tutto personale, vedo dei casi in cui alcuni soggetti si allontanano da tipicità dettate dallo standard, a malincuore tocca dire "se piace così" ci si può fare ben poco! Allo stesso tempo ho avuto la fortuna finora di veder lavorare un 100% di malamute aventi affisso italiani, nel lavoro si ha maggiore possibilità di osservare quella che è l'indole del malamute ma soprattutto quello che è un movimento corretto nella propulsione degli arti, la sua postura quando si piazza naturalmente etc. Ho notato che molti malamute, che forse sarebbero dei 1 ecc. in show, posti a compiere lavoro in una situazione ove non devono essere piazzati e corretti, visti da un giudice imparziale e competente, sarebbero forse da molto buono e in altri casi ho notato il contrario ottimi soggetti con una bella spinta esplosiva, super linea dorsale e ottimi appiombi e angoli che provengono da allevamenti che non cavalcano le scene dei ring a ragion veduta, visto che in Italia se il malamute non è scenico non piace. Da noi ci si scorda troppo spesso che il malamute è un atleta. La prova di lavoro sarebbe l'ideale, a mio parere, proprio per non far allontanare i malamute dalla sua tipicità.
Re: esposizione e lavoro
Grazie Paty. Sono pienamente d'accordo. Capisco che per molti sia per questioni economiche che di tempo e di luoghi provare il cane per una prova di lavoro può non risultare cosi semplice.. D'altronde come dici tu il malamute nasce come atleta oltre che essere scenico, ed indubbiamente la prova di lavoro a certi livelli espositivi sarebbe ottimale.. É come vedee il campione mondiale in expo di cane da tartufo che non riuscirebbe a trovarne uno, od un dobermann campione del mondo che si intimorisce davanti ad un estraneo... L'unica cosa che mi fa piacere di leggere spesso sul forum, e che ci sono diversi allevatori italiani che non mirano solo all'estetica ma a mantenere lo standard qualitativo e funzionale del cane
Re: esposizione e lavoro
...in verità c'è da dire che di veri allevatori-selezionatori in Italia non ce ne sono molti credo che si possano contare sul palmo di una mano...credo che per ben rendersi conto sulla serietà della selezione bisognerà guardare non solo i risultati nazionali ma anche a quanti portano lustro alla razza in campo internazionale con risultati consolidati nel tempo...a proposito entro il prossimo mese arriverà la mia malamuttina...sono convinta dopo tanto pellegrinare e ricercare che la mia sia stata un'eccellente scelta!!!!
P.S....se qualcuno del forum ci sarà la prossima domenica forse sarò al Giumello per incontrare tanti amici ed avere una full immersion tra mal!!!...ma non vedo l'ora di avere la mia piccola!!!
P.S....se qualcuno del forum ci sarà la prossima domenica forse sarò al Giumello per incontrare tanti amici ed avere una full immersion tra mal!!!...ma non vedo l'ora di avere la mia piccola!!!
Rose&Mary- Utente Team Dog
- Numero di messaggi : 13
Località : Cossato
Data d'iscrizione : 02.11.12
Re: esposizione e lavoro
Io invece credo (forse perchè sono ottimista) che di allevatori e o privati guidati dai propri allevatori, ce ne siano eccome in Italia, e non sempre sono famosi. Purtroppo la forbice lavoro-expò si va sempre più allargando e questo ovviamente è un gran male per la razza. Ci sono tanti post a riguardo, ma, non si capisce perchè la maggior parte dei possessori di mals (e allevatori) non praticano sistematicamente anche il lavoro.
La conseguenza è che spesso in expò vengono premiati i cani più "scenografici" a discapito della funzionalità, e lo ripetiamo: pelo troppo lungo e occhi tondi che fanno tanto peluche, arti corti ecc...ecc... storie vecchie e tristi. E qua purtroppo la colpa spesso e tengo a sottolinearlo, INCONSCIA, è dei giudici. Giudici che per carità...possono sbagliare essendo esseri umani (mi piace fare il paragone con gli arbitri) ma a volte ti lasciano senza parole.... Devo dire però che ultimamente stò vedendo molta più obiettività nei ring per quel poco che frequento, e senza star a commentare tutte le classi, il BOB e il BOS dell'ultima monografica, a mio parere erano meritevoli. Ecco...la ciliegina sulla torta sarebbe vedere quei due cani tirare la slitta !!!!! E continuerò a discutere, litigare, apprezzare, e far tutto il possibile affinchè questo avvenga con tutti i malamutes. Credetemi vedere un mals nel ring e vederlo il giorno dopo lavorare (come è successo a me la settimana della monografica con Mandy) non ha prezzo, la bellezza, non solo quella funzionale, ne guadagna.
La conseguenza è che spesso in expò vengono premiati i cani più "scenografici" a discapito della funzionalità, e lo ripetiamo: pelo troppo lungo e occhi tondi che fanno tanto peluche, arti corti ecc...ecc... storie vecchie e tristi. E qua purtroppo la colpa spesso e tengo a sottolinearlo, INCONSCIA, è dei giudici. Giudici che per carità...possono sbagliare essendo esseri umani (mi piace fare il paragone con gli arbitri) ma a volte ti lasciano senza parole.... Devo dire però che ultimamente stò vedendo molta più obiettività nei ring per quel poco che frequento, e senza star a commentare tutte le classi, il BOB e il BOS dell'ultima monografica, a mio parere erano meritevoli. Ecco...la ciliegina sulla torta sarebbe vedere quei due cani tirare la slitta !!!!! E continuerò a discutere, litigare, apprezzare, e far tutto il possibile affinchè questo avvenga con tutti i malamutes. Credetemi vedere un mals nel ring e vederlo il giorno dopo lavorare (come è successo a me la settimana della monografica con Mandy) non ha prezzo, la bellezza, non solo quella funzionale, ne guadagna.
Roberta- Utente Lead Dog
- Numero di messaggi : 2893
Località : Colleferro (Roma)
Data d'iscrizione : 08.11.09
Re: esposizione e lavoro
Lo standard di perfezione dell’Alaskan Malamute non è male. E’ abbastanza dettagliato per quanto riguarda le caratteristiche etniche e funzionali. Non è così vago ed elastico come gli standard inglesi, vigendo in Inghilterra una forte tradizione che viene tramandata in forma orale. E non è neanche così minuzioso e particolareggiato come gli standard italiani, tanto che la Fci trova difficile tradurre in altre lingue. Però potrebbe fare meglio. Nel complesso è abbastanza carente da obbligare i giudici e gli allevatori a colmare le lacune attingendo da altri “saperi”. Nonostante questo la situazione dei mal che si possono ammirare in Italia è rassicurante. Altre razze stanno peggio. Le esposizioni esasperano le caratteristiche razziali, poco importando la funzione o lo scopo della razza. Le prove di lavoro guardano alla sola funzione, poco importando la tipicità, se per es. la testa è tipica o no. A tale scopo addirittura poco importerebbe se il cane fosse di razza o un ibrido. Le prove di lavoro, per come sono concepite, hanno poco significato per testare un malamute come cane da slitta. Una distanza sensata non dovrebbe stare sotto i 30 km, distanza che avvantaggia i cani piccoli e leggeri. Il mal non è uno sprinter, un velocista dallo scatto breve come l’alaskan husky. Lo slittino usato è del tipo sportivo, pesa 20-25 kg o giù di lì. Il mal è un cane da trasporto, un mezzo di locomozione ( era! ) ma anche un cane da traino pesante. Infine il cronometro. Introducendo il cronometro si spinge gli allevatori a selezionare cani piccoli e veloci, dal torace stretto e gli arti lunghi. Cani dal baricentro alto più adatti alla corsa che non al tiro. Cani leggeri che per non morire di freddo dovrebbero stare perennemente in movimento. Più adatti a un clima canadese piuttosto che alaskano. Una muta di malamute quindi si troverebbe a gareggiare in una disciplina che non è la sua. Una volta che l’allevatore ha fatto la sua scelta, cioè selezionare senza tenere a mente lo scopo della razza, di fatto la razza è a rischio di estinzione, perché puoi dare al cane tutte le forme che vuoi. Quando capita, a volte rispondono che tanto il mal è un cane da compagnia..! lo standard descrive un cane da lavoro o un cane da show? Il cane da show potrebbe fare a meno dello standard funzionale ( basta che piaccia e le ragioni per piacere sono estetiche e non funzionali..) Alle esposizioni di solito è bello ciò che piace e non ciò che è funzionale allo scopo della razza. A mio parere non esiste il malamute da show. Esiste solo il malamute da lavoro anche quando va da un giudice a ricevere un giudizio morfologico ( ecc., molto buono, buono..) perché le caratteristiche morfologiche sono funzionali alla prestazione del cane da slitta pesante. Sono lì per averci un senso e non tanto per piacere. Poi se il mal non viene attaccato alla slitta nulla toglie alla sua costruzione. E’ come comprarsi una Ferrari per tenersela in garage. Una Ferrari resta una Ferrari indipendentemente dal fatto che la si usi in pista o la si tenga in garage.. Magari una Ferrari è più felice se può correre in pista e così pure il mal.
Lo standard del mal fa bene a tacere sulle angolazioni ottimali realistiche ( una scapola a 45° non è realistico!). Le rilevazioni non sono facili da determinare con assoluta certezza. L’angolo della scapola può variare di pochi gradi a seconda dello stato della muscolatura, se è tonica o meno. La spina della scapola si può benissimo non sentire al tatto se la muscolatura è ben allenata. La scapola è attaccata alla gabbia toracica tramite muscolatura ( niente clavicola ). Saggiamente non dice quanta angolazione ci vuole davanti. Quindi rimanda al movimento corretto ma non descrive la dinamica dello stesso. Se il movimento è corretto, anche le angolazioni sono corrette ma qual è il movimento che indica se il mal tirerà la slitta con resistenza? Alle esposizioni si assume che debba esistere un trotto universale uguale per tutte le razze. Un mal non deve trottare come un husky! Un leggero rollio del posteriore nel mal è accettabile, non è un difetto. Anche le razze galoppatrici o da guardia vengono giudicate al trotto di resistenza. Il mastino da guardia non deve mostrare nessuna resistenza dal momento che non dovrebbe lasciare il giardino della villa per farsi una girata. Il mal deve avere le sue angolazioni che sono diverse da quelle di un husky o di un samoiedo. Non deve avere un passo esagerato perché la massima forza di spinta ce l’ha quando il piede sta dietro la scapola e l’anca, non quando l’arto è esteso in avanti. L’eccesso di angolazioni è deleterio quanto la mancanza di angolazioni. Alle esposizioni di solito vince il movimento più dispendioso dal punto di vista del consumo energetico perché è più spettacolare e incontra i favori del pubblico. Poco male se la razza è da compagnia, molto male se la razza è costruita prevalentemente per trottare con resistenza.
Arrivo lungo ma per rispondere al tuo quesito, dico che lo standard del mal è sì deficitario ( forse volutamente deficitario ), però funziona perché il livello medio è rassicurante nonostante tutti questi anni. Anche se a volte alcuni addetti ai lavori non si interrogano su quali ragioni vi siano dietro lo standard e si accontentano del pensiero comune. Il mal da "esposizione" morfologicamente non è tanto lontano dall’ideale da lavoro, per come la vedo. Per dirlo con crescente certezza ci vorrebbe la controprova pratica. Di sicuro è lontanissimo dalle prestazioni dell’antico cane dei Mahlemiut ma in epoca moderna è un compromesso che accetto volentieri.
Lo standard del mal fa bene a tacere sulle angolazioni ottimali realistiche ( una scapola a 45° non è realistico!). Le rilevazioni non sono facili da determinare con assoluta certezza. L’angolo della scapola può variare di pochi gradi a seconda dello stato della muscolatura, se è tonica o meno. La spina della scapola si può benissimo non sentire al tatto se la muscolatura è ben allenata. La scapola è attaccata alla gabbia toracica tramite muscolatura ( niente clavicola ). Saggiamente non dice quanta angolazione ci vuole davanti. Quindi rimanda al movimento corretto ma non descrive la dinamica dello stesso. Se il movimento è corretto, anche le angolazioni sono corrette ma qual è il movimento che indica se il mal tirerà la slitta con resistenza? Alle esposizioni si assume che debba esistere un trotto universale uguale per tutte le razze. Un mal non deve trottare come un husky! Un leggero rollio del posteriore nel mal è accettabile, non è un difetto. Anche le razze galoppatrici o da guardia vengono giudicate al trotto di resistenza. Il mastino da guardia non deve mostrare nessuna resistenza dal momento che non dovrebbe lasciare il giardino della villa per farsi una girata. Il mal deve avere le sue angolazioni che sono diverse da quelle di un husky o di un samoiedo. Non deve avere un passo esagerato perché la massima forza di spinta ce l’ha quando il piede sta dietro la scapola e l’anca, non quando l’arto è esteso in avanti. L’eccesso di angolazioni è deleterio quanto la mancanza di angolazioni. Alle esposizioni di solito vince il movimento più dispendioso dal punto di vista del consumo energetico perché è più spettacolare e incontra i favori del pubblico. Poco male se la razza è da compagnia, molto male se la razza è costruita prevalentemente per trottare con resistenza.
Arrivo lungo ma per rispondere al tuo quesito, dico che lo standard del mal è sì deficitario ( forse volutamente deficitario ), però funziona perché il livello medio è rassicurante nonostante tutti questi anni. Anche se a volte alcuni addetti ai lavori non si interrogano su quali ragioni vi siano dietro lo standard e si accontentano del pensiero comune. Il mal da "esposizione" morfologicamente non è tanto lontano dall’ideale da lavoro, per come la vedo. Per dirlo con crescente certezza ci vorrebbe la controprova pratica. Di sicuro è lontanissimo dalle prestazioni dell’antico cane dei Mahlemiut ma in epoca moderna è un compromesso che accetto volentieri.
Tomc- Utente Team Dog
- Numero di messaggi : 190
Età : 45
Località : Firenze
Data d'iscrizione : 18.09.12
Re: esposizione e lavoro
Grazie a tutti per le esaurienti risposte e per il tempo dedicato a questa domanda.
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