Un pò di tutto sul lavoro!

Ishtar&Maya ha scritto:

Paty ha scritto:
.............sono felice di vedere un sacco di dog treking e mi fa piacere! Però vorrei che venisse espresso il lavoro con il malamute! Continuo a vedere che tutti si sta bene assieme. Sarebbe carino quando fate le uscite sottolineare cosa fa il cane con l'imbrago, come insegnare a lui i comandi, lo stare davanti del nostro malamute cosa rappresenta e come si comporta....

Posso iniziare io a raccontarvi la mia esperienza. Non so quanto potrà arrivarvi perchè vi parlerò di emozioni e sensazioni. Forse l'unica che davvero può capire le mie parole è proprio Paty perchè mentre raccontavo lei mi guardava e forse ha potuto raccogliere il mio sguardo sognante, l'espressione incredula, la gioia e l'orgoglio che provavo parlandole di cosa aveva fatto la sua nipotina. Perchè la prima volta che abbiamo fatto dog trekking "serio" è stata questa estate proprio da nonna Paty. E' stata un'esperienza fantastica che ha cambiato il mio modo di vedere Maya nel suo complesso. Innanzitutto a livello di comandi, non credevo che lei avesse assimilato così bene il GEE e l'HAW, infondo io li ho sempre usati durante le passeggiate e su tragitti fatti mille volte (e con pochissime curve). Lei li ha associati in automatico. In trekking, su sentieri mai fatti prima, l'ho vista girare a destra con il Gee e a sinistra con L'haw. Il comando LINE non l'aveva mai (o quasi) sentito. In quel caso siamo andate entrambe ad imitazione (e per questo devo ringraziare in parte anche la Blue's Family con la quale abbiamo fatto il nostro primissimo trekk fianco a fianco). Io imitavo Erica e Diego cercando di capire in che momenti chiamavano il Line e Maya imitava Blue. E con mio grande stupore, ogni volta e impiegando sempre minor tempo per elaborare il comando, lei smetteva con il fuori pista e si metteva in linea davanti a me.
Per quanto riguarda il lavoro in se credo che Maya abbia un forte senso di adattamento, una grande versatitità e molto equilibrio (ma questo dovrebbero confermarlo gli esperti). L'ho vista lavorare spalla a spalla prima con Blue, poi con Texas e infine con Jump. In altra occasione l'ho vista lavorare ad un passo dalla sorellina Winnie senza che nessuna delle due cercasse il pretesto per lo scontro. L'ho vista aprire la fila con sicurezza e battere per prima il sentiero con curiosità e senza timore di chi le stava dietro, ma l'ho vista anche star dietro seguendo gli altri, stando attentissima a ciò che facevano e senza andare a cercare l'attenzione per giocare. L'ho vista fermarsi e mettersi a sedere ad aspettare se qualcuno era rimasto indietro e l'ho vista preoccupata nel non vedere un elemento del suo branco. Quando Cristian rimaneva indietro per fare le foto lei proseguiva ma si girava spesso a controllare dove fosse con l'aria un pò preoccupata, e poi quardava me come se volesse dirmi "se devo andare vado ma non ti sei accorta che siamo da sole? Tato dov'è??"
La soddisfazione più grande l'ho avuta quando siamo andati sulle tre cime di Lavaredo. Forse per l'altitudine, forse per la mancanza di ossigeno, forse per l'entusiasmo di trovarci in un posto così bello abbiamo imboccato il sentiero dalla parte sbagliata, iniziando da quella che in genere era la fine. Un sentiero stretto e dissestato dove se arrivava una persona in senso opposto era difficile scambiarci perchè lo spazio era poco, con passaggi sopra a degli strapiombi fatti di terra e sassi che se cadi di là non ti fermi più e arrivi dritto fino a valle. L'ho vista partire calma (sicuramente più di me) e concentrata, abbiamo incrociato persone che camminavano, persone che correvano, bambini, perfino altri cani e l'ho vista andare dritta per la sua strada, senza cercare il gioco senza cercare attenzioni con le orecchie sempre e costantemente girate verso di me e lo sguardo dritto davanti a se. L'ho vista girarsi a guardarmi se avevo delle difficoltà, l'ho vista tirare come non mai in salita e rallentare un pò il passo in discesa (rallentare eh, mica fermarsi ) L'ho vista adattarsi alla mia andatura quando le chiedevo di farlo e solo dopo aver valutato e deciso che era la cosa migliore da fare in quel momento. Dico questo perchè quando il cammino lo permetteva, quando il sentiero si apriva e diventava più facile lei si svagava un pò di più, andando prima a destra e poi a sinistra, zompettando, facendo le sue annusatine e i suoi bisognini rigorosamente fuori pista e se le dicevo di andar piano mi guardava e si chiedeva il perchè visto che la strada era tanto comoda...
Nel complesso ho visto la mia principessa diventare un vero Malamute, fiera, coraggiosa e sicura in ogni occasione ed in ogni contesto. Mai stanca a tal punto da gettare la spugna e sempre pronta a mettersi in gioco. Il nostro rapporto su pista è sempre stato alla pari. Lei contava su di me per la strada da fare a patto che io mi fidassi di lei sul come farla. Le difficoltà le superavamo insieme, assaporavamo entrambe le stesse gioie e le stesse soddisfazioni. La soddisfazone immensa nel sentirmi dire che sembravamo essere una cosa sola.
Nel rapporto con le altre persone l'ho vista coccolosa e dolce come sempre, nel rapporto con gli altri Malamute l'ho vista giocherellona e affidabile ma ha mostrato anche di sapersi difendere qualora ce ne fosse stato bisogno. L'ho vista sfoggiare il suo bel sorriso verso Blue o Winnie ma solo se provocata. Non ha mai attaccato baruffa ma si è sempre difesa senza mostrare paura o debolezza.
Per quel che riuarda me, ho preso consapevolezza. Forse l'ho sempre un pochino sottovalutata. L'ho sempre vista e continuo tuttora a vederla come la mia cucciolotta patatosa che ha paura delle finestre che cigolano, delle porte che sbattono, che ha sempre voglia di giocare con tutto e tutti, che non ascolta e fa la matta. Ma adesso ho la consapevolezza di avere un Malamute accanto a me e la sicurezza di sapere che all'occorrenza Maya c'è.
Le ultime parole vorrei spenderle (se me lo concedete) per una riflessione. Tanto si è parlato a proposito dello snaturamento dei mal dovuto ad attività "non consone" alla loro natura quali agility, obbedience o anche solo show. Bhè, sono ancora dell'idea che non sia così semplice snaturare un malamute con così poco, anzi direi che adesso ne sono straconvinta. A Maya è bastata una volta sola per dimostrarmi il suo essere Malamute. La genetica, l'indole e la predisposizione naturale per quel tipo di lavoro è venuta fuori tutta insieme già nella sua prima uscita, dove sembrava che non avesse mai fatto altro. Per il Malamute è quello il lavoro, e lo è in modo atavico e istintivo. Tutto il resto è soltanto un gioco e si possono stancare di giocare ma non si stancano mai di lavorare . Ragazzi, se volete conoscere veramente il vostro Malamute portatelo a tirare e osservatelo cercando di interagire con lui da pari a pari e non da padrone a cane. Soltanto così si riesce a scoprire la completezza dell'essere meraviglioso che abbiamo accanto a noi tutti i giorni.
Io ne sono entusiasta